Questa è una storia d’amore tra le atrocità della guerra. Una storia vera, avvenuta in questi giorni in cui il mondo intero è in sofferenza e in preoccupazione per la guerra in Ucraina.
Si tratta di quella che è stata definita “una storia di amore, resilienza e sopravvivenza“, motivo per cui non potevamo che leggerla in chiave Eft.

La storia di Stefano e Giulia

Stefano e Giulia sono fidanzati da due anni. Lui italiano, lei ucraina. Due anni di viaggi continui per poter stare insieme ogni momento possibile. Quando scoppia la guerra i due sono distanti.
Leggiamo sull’articolo pubblicato da Sky Tg 24: “Appena è stato bombardato l’aeroporto di Kiev, Giulia è scappata in un villaggio a 40 chilometri ad ovest della capitale. Stefano, ha cercato invano di farla arrivare in Italia fino a quando ieri mattina, contro il volere di tutti, ha preso la macchina da solo ed è partito per andare sul confine tra Romania e Ucraina. Dopo 19 ore è arrivato al confine, il suo programma era passare il confine e andarla a prendere nel suo villaggio. Arrivato al border lo hanno fermato dicendogli che la sua idea era una follia e doveva ritornarsene a casa perché in Ucraina non lo avrebbero mai fatto entrare.

Alla base di una relazione felice c’è la consapevolezza di essere importanti l’un* per l’altr* e presenti nel momento del bisogno– Sue Johnson

Il momento del bisogno

Il momento del bisogno può essere oggettivamente grave come in questo caso, una guerra. Tuttavia può anche trattarsi di una cosa che all’apparenza sembrerebbe piccola e poco importante. La percezione del vissuto da parte delle persone rappresenta l’unica verità che davvero ci interessa in termini psicologici perché nasconde sempre delle motivazioni e ha sempre un senso.

Il lieto fine

Adesso i fidanzati sono insieme. Sono riusciti a mettersi in salvo e a fuggire insieme dal “drago”, dall’inferno della guerra.
Continua infatti l’articolo: “Stefano nel frattempo aveva trovato, grazie a BlaBlaCar (sembra follia ma è così) un passaggio per Giulia dal suo villaggio fino a 10 chilometri dal confine con la Romania. Giulia ha preso quel passaggio, l’hanno lasciata nel punto prefissato e si è fatta 10 chilometri a piedi per arrivare al confine e quindi da Stefano“.

La forza salvifica dell’amore

Una storia d'amore tra le atrocità della guerra

Abbiamo parlato del valore salvifico dei legami e narrato la leggenda celtica riferita al “drago” in QUESTO ARTICOLO.

Se qualcun altro ti sta accanto mentre fronteggi il terrore travolgente e l’impotenza, se chiami questo terrore e questa impotenza “drago”, o in qualche altro modo, come stress traumatico, allora tutto è diverso. Le tenebre non sono così terrificanti. La lotta può essere divisa.Sue Johnson

L’amore ha fornito a Stefano il coraggio di mettersi in viaggio. Ha permesso a Giulia di farsi 10 Km a piedi superando la paura e l’angoscia perché sapeva che ad aspettarla ci sarebbe stato il suo amato.
Insieme ci si sente più forti. Il dolore e la morte incutono meno terrore.

Esserci l’uno per l’altro e riuscire a raggiungersi

Sono tanti e diversi i draghi che le coppie possono incontrare nel loro cammino di vita. Stefano e Giulia sono riusciti ad affrontare insieme il drago della guerra. Sono riusciti a raggiungersi fisicamente e ci auguriamo che tale vicinanza rispecchi anche una reale connessione emotiva. Di sicuro il fatto di aver sperimentato di poter davvero contare l’uno sull’altro rafforzerà ulteriormente il loro legame.

Se riuscite a raggiungervi l’un l’altro e a tenervi stretti mentre affrontate i draghi della vita insieme, ogni drago che affronterete renderà più forte il vostro legame con fiducia e amore- Sue Johnson

In terapia Eft

In terapia Eft tutte le coppie arrivano con una distanza che li separa, a volte molti più Kilometri di quelli che dividono l’Italia e l’Ucraina (metaforicamente parlando).
Sostenuti e guidati da un terapeuta Eft sono chiamati a trovare il coraggio di Stefano e Giulia. Partire nonostante le paure e i pronostici negativi. Lasciarsi andare e mettersi in cammino, anche quando minacciati da bombe e terrore. Esserci l’uno per l’altro, semplicemente decidere di esserci in quella stanza di terapia anche quando la speranza è sepolta sotto a macerie. Anche quando tutto e tutti sembrano scoraggiare, proprio come è successo a Stefano.
Riuscire a raggiungersi per affrontare i draghi insieme e scoprirsi così più uniti e più forti.
Perché alla fine, come dice una bellissima poesia di Mariangela Gualtieri che riporto integralmente, non dobbiamo mai dimenticarci che l’amore è il nostro destino. Sempre. Anche in guerra.


La poesia

Bambina mia,
Per te avrei dato tutti i giardini
del mio regno, se fossi stata regina,
fino all’ultima rosa, fino all’ultima piuma.
Tutto il regno per te.

E invece ti lascio baracche e spine,
polveri pesanti su tutto lo scenario
battiti molto forti

palpebre cucite tutto intorno.
Ira nelle periferie della specie.
E al centro,

ira.

Ma tu non credere a chi dipinge l’umano
come una bestia zoppa e questo mondo
come una palla alla fine.

Non credere a chi tinge tutto di buio pesto e
di sangue
. Lo fa perché è facile farlo.
Noi siamo solo confusi, credi.
Ma sentiamo. Sentiamo ancora
.

Sentiamo ancora. Siamo ancora capaci
di amare qualcosa.
Ancora proviamo pietà.

Tocca a te, ora,
a te tocca la lavatura di queste croste
delle cortecce vive.

C’è splendore
in ogni cosa.
Io l’ho visto.
Io ora lo vedo di più.

C’è splendore. Non avere paura.
Ciao faccia bella,
gioia più grande.
L’amore è il tuo destino.
Sempre. Nient’altro.
Nient’altro. Nient’altro.


Bambina miaMariangela Gualtieri

Dott.ssa Sara Foradini