“Ho deciso, si parte!”

Cosa mancava alla tua vita professionale quando hai deciso scegliere formazione EFT? Quale è stata la leva che ti ha spinto a iscriverti a uno dei nostri corsi?

Ho scelto un approccio umanistico integrato e lo farei altre mille volte per la flessibilità, l’accoglienza e l’accettazione che hanno caratterizzato quegli anni di formazione prima e a mia identità professionale poi, eppure sentivo che mi mancava qualcosa…..mi mancava la celebrazione dell’amore, l’ amore  in quanto promotore di cambiamento ed evoluzione.

Trovare una cornice di riferimento che, attraverso ricerche scientifiche ad hoc, ha dimostrato quello che la vita mia vita e la mia relazione sentimentale mi mostra quotidianamente, ha reso il mio lavoro e la mia missione professionale ancora più stimolante!Le relazioni sentimentali sicure, necessarie come il pane e come l’acqua, insieme ad altre variabili, sono promotori di elevazione, cambiamento ed autorealizzazione; e soprattutto sono realizzabili! è possibile avere una relazione d’amore sana, ballare una danza armonica con il proprio partner e soprattutto farlo è meraviglioso! Diffondere questa conoscenza e aiutare le coppie a renderla reale e concreta è un grande onore per me!

“La notte prima di partire”

Cosa ti aspettavi dal corso? Come ti sei avvicinata all’incontro? Con quali pensieri e emozioni? Insomma, come hai dormito “la notte prima?”

Ero incuriosita da un corso che trattava  “l’amore” in termini scientifici, mi sembrava la perfetta integrazione di scienza e passione, di mente e cuore e questo mi affascinava e mi affascina tutt’ora, molto!Speravo di trovare degli abiti proprio su misura per me  durante quei giorni di formazione, e così è stato!

“Un incontro inaspettato”

C’è una cosa in particolare che ti ha colpito durante la formazione?

L’accoglienza e l’accettazione incondizionata che riempivano l’aula, insieme ad una profonda e visibile passione per quanto insegnato.Ricordo due cose, una molto simpatica: durante le esercitazioni in aula mi sembrava di essere bravissima, ho pensato “è proprio la mia strada!”.

Ecco, presto ho perso quella sicurezza nell’essere brava ma credo ancora di essere lungo la strada buona per me, consapevole che  è ancora tanto lunga e talvolta faticosa.L’altra cosa che ricordo, molto tenera è che, rientrata a casa, ho trascorso l’intera serata a parlare a mio marito di quanto appreso, e avevo le lacrime agli occhi, ero profondamente emozionata. L’externship mi ha aperto il cuore!

“Ciò che resta del viaggio”

In cosa ti ha cambiato questa esperienza? Cosa sta portando in più nel tuo lavoro?

Sento una maggiore completezza nella mia identità professionale: l’integrazione tra cuore e mente, tra scienza e passione che rispecchia le mie esperienze di vita.E mi sento legittimata a celebrare l’amore, come donna e come professionista!

foto Dott.ssa Antonella Giallonardo

Dott.ssa Antonella Giallonardo

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