“Le parole che vorrei saperti dire” è il titolo di un albo illustrato della famosa autrice, attrice e influencer, Julia Elle. Il libro è pensato per favorire la relazione genitore-figlio, tuttavia queste parole riguardano i bisogni e i desideri di ciascuno di noi.
Le parole necessarie per la sicurezza
“Le parole che vorrei saperti dire” sono le parole che tutti noi avremmo voluto sentirci dire da bambini, con semplicità, coerenza e continuità. Si tratta di quelle parole necessarie per percepirsi persone degne di valore e di amore. Sono quelle frasi che consentono la costruzione di un rapporto sicuro anche tra partner adulti. Spesso però non riescono ad uscire dalla nostra bocca o si accompagnano ad azioni e frasi che rimandano a concetti opposti ad esse.
Parole senza tempo: i bisogni dell’attaccamento
“Le parole che vorrei saperti dire” sono “parole senza tempo”. Abbiamo bisogno di sentircele dire sia da piccoli che da grandi per riuscire a completare in modo armonioso il nostro puzzle interiore e a vivere davvero in connessione con le persone importanti.
I nostri bisogni dell’ attaccamento permangono “dalla culla alla tomba”.
Analizziamone alcuni procedendo con alcune frasi tratte dall’albo:
Il bisogno di percepirsi conosciuti, pensati, accuditi, prioritari e unici
“L’altro giorno pensavo a te, sì, proprio a te. Sai, io ti penso spesso. Penso a come ti senti. Se sei felice, penso alle cose belle che possiamo fare insieme. A volte penso ai nostri ricordi speciali […] e mi chiedevo se lo sai che io ti voglio bene sempre […]
Il bisogno di sentirsi vicini e appartenenti a qualcuno, ricordati e presenti nella mente dell’altro
“Anche quando vado via ti voglio bene proprio come quando siamo insieme […] Come quando sei a scuola e io non posso essere lì con te ma penso a quando tornerai o quando tornerò […]”
Il bisogno di percepirsi amati e degni di amore; di ricevere rassicurazioni
“Il mio amore per te è più forte della distanza è come una corda lunghissima che non si spezza mai. Può fare il giro del mondo intero.[…] Ti voglio bene perché sei tu. E ti vorrò bene qualunque cosa tu sia o faccia.[…] Ti voglio bene anche quando fai qualcosa che non mi piace.” […]
La focalizzazione sulla percezione fisica connessa alla variazione emotiva
Degno di nota risulta anche il focus sulle percezioni fisiche connesse alle variazioni emotive. (Ne abbiamo parlato in questo articolo!)
” E ti voglio bene anche quando sono arrabbiata/o. Sai, arrabbiarsi è una cosa che succede a tutti. Io, per esempio, quando mi arrabbio la rabbia la sento nelle mani e nella testa. Altri la sentono nella pancia, altri in gola. Tu la rabbia dove la senti? Sai, l’amore che provo per te è molto più forte della rabbia”
Questa domanda nell’albo è posta a un bambino, ma la risposta non è scontata neanche per gli adulti. Moltissime volte le emozioni ci invadono e ci travolgono durante la freneticità e la reattività quotidiana senza che riusciamo ad acquisirne consapevolezza.
Il bisogno di sentirsi accettati e amati “senza se e senza ma” , compresi empaticamente anche nell’errore
Ti voglio bene anche quando sbagli e ti voglio bene anche quando sbaglio io. Sai, sbagliare è una cosa che fanno tutti. Soprattutto quelli che diventano molto bravi in qualcosa, come gli equilibristi del circo. […] Loro hanno sbagliato mille volte e mille volte sono caduti ma non hanno mai smesso di riprovare”
Tutti noi desideriamo qualcuno che ci ami nonostante i nostri errori. Soprattutto desideriamo ricevere rassicurazioni che l’errore (mio e dell’altro) non comporti automaticamente il venir meno dell’amore. Ciò non significa accettare qualsiasi comportamento dell’altro o non impegnarci a migliorare.
Il focus però è ribaltato e l’accettazione e la validazione permettono di continuare davvero a non smettere di provarci. Tendere al miglioramento perché il miglioramento è una cosa di per sé giusta e bella, ma senza sentire che il nostro valore dipende unicamente da ciò che facciamo, in una lotta senza sosta al fare per ottenere amore.
Il bisogno di sentirsi riconosciuti, benvoluti, apprezzati e importanti per l’altro
“Tu non ti ricordi ma quando sei nato/a è bastato uno sguardo fra noi due e io ho sentito di aver ricevuto il regalo più bello della mia vita e da quel giorno non ho mai smesso di sentirmi così”
Il bisogno di protezione e conforto. Il riporre fiducia certi che in caso di bisogno/disperazione l’altro ci sarà
“E poi volevo dirti che sono felice di prendermi cura di te [..] Io sono qui. Ti voglio bene e le persone che ti vogliono bene non ti lasceranno mai”
Le “parole mancate” si palesano in terapia
In terapia ritroviamo l’assenza di queste parole (e dei comportamenti ad esse connessi) nei modelli operativi interni di moltissime persone.
Crescere non percependosi degni di amore, pensando di doversi guadagnare continuamente il bene da parte dell’altro o sentendosi spesso invalidati e mortificati comporta delle conseguenze cerebrali, cognitive, comportamentali, affettive.
Queste parole mancate le ritroviamo nell’assenza di autostima, nella mancanza di fiducia, nella creazione dei meccanismi di difesa. Sono tutte esperienze che portano a rifuggire il mostrarsi vulnerabili, a non riuscire a raggiungere l’altro realmente o a farsi raggiungere dall’altro.
Le parole di cui hanno bisogno l’inseguitore e il ritirato
“Le parole che vorrei saperti dire” accomunano tutti gli esseri umani. Nello specifico il partner nella posizione del ritirato teme di più il fallimento e si percepisce più incapace di far sentire l’altro amato e di trovare le parole giuste da dire al partner e a sé stesso (per definire la propria esperienza emotiva). Chi ricopre questi panni quindi avrebbe bisogno di ricevere parole legate al sentirsi accettato e amato senza condizioni.
Il partner che invece assume in questa relazione la posizione dell’inseguitore avrebbe bisogno di sentirsi dire maggiormente frasi di rassicurazione sull’amore e sull’importanza. Dato che la sua paura principale riguarda l’abbandono, necessita di frasi che la/lo rassicurino sull’appartenenza all’altro/a e sull’essere presente nella sua mente.
Quando una coppia è in crisi
Quando una coppia è in crisi risulta molto difficile riuscire a dirsi queste parole sentendole davvero o riuscire a credervi magari dopo anni di silenzi, comportamenti contraddittori (solo le parole ovviamente non bastano!) o traumi relazionali che hanno minato la fiducia.
Durante le sedute Eft i partner sono chiamati a comunicare (tramite gli “Enactment”), ma questi nuovi dialoghi emergono come risultato di una rielaborazione dell’esperienza emotiva interiore. Per questo motivo sono in grado di apportare un reale cambiamento.
Recuperare è sempre possibile
Recuperare risulta quindi sempre possibile!
Se:
– Non abbiamo avuto la fortuna di sentirci dire queste parole da piccoli (e percepirle come vere e coerenti con quanto ricevuto)
-Non riusciamo a dirle ai nostri figli
– Vorremmo tanto sentirle uscire dalla bocca del nostro partner (ma anche a decifrarle dai suoi sguardi, dalle sue mani, dal suo tono della voce, dai suoi comportamenti)
– Desidereremmo riuscire di nuovo a credere a queste parole che sentiamo ma ci appaiono “vuote”
– Vorremmo riuscire a trovare il modo di dirle alla persona che amiamo
Iniziare una terapia Eft (di coppia, famigliare o individuale) è la risposta!
Tutti noi ci meritiamo queste parole. Dirle e ascoltarle ci renderà migliori in tutti gli ambiti della nostra vita!
Dott.ssa Sara Foradini